Attraversare la notte fa parte della vita. Che tu sia un re oppure una foglia non devi attraversare la notte e vivere nell’ombra per rivedere i giorni chiari della vita e apprezzarne i colori e la loro brillantezza. Ma a cosa servono le sofferenze e le paure affrontate se le tue dita non riescono più a proteggere o a prevenire altro dolore? Un a frase a me molto cara è: dobbiamo imparare a vivere come fratelli o periremo come stolti. La diceva Martin Luther King e mi è venuta in mente proprio leggendo questi bei versi di Claribel Alegria che da poco ci ha lasciati. Spesso nella disperazione dei periodi bui si fugge e si immagazzinano parti di vita e di se stessi non piacevoli. Allora tocca lavorare ed elaborare proprio come si farebbe con un testo scritto. Questi versi ci esortano ad avere quella responsabilità emotiva necessaria per non ferire. Tre i passi da compiere : vacillare (mettere seriamente in discussione ciò che pensiamo), attendere (prendersi il tempo utile per verificare la correttezza del nostro sentire e dunque non essere impulsivi) e tacere (capire che talvolta è meglio non parlare per fare si che le cose piano piano prendano il loro posto). Perché talvolta anche le parole sono violente, fanno male e spesso è un male che non si dimentica e che incrina ogni cosa.
Ilaria Grasso
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