da L’eco di Bergamo
Per parlare della poesia di Candelaria Romero è bene partire dalla sua storia. Nasce nel 1973 in Argentina da genitori poeti, la famiglia esilia in Bolivia e successivamente richiede asilo politico in Svezia. Il padre è giornalista e scrittore e la madre ricercatrice per l’università di Stoccolma. Approda in Italia (a Bergamo) nel 1992 , dove conclude la formazione teatrale. Oggi si occupa di teatro, narrazione e poesia, è ideatrice del progetto di promozione alla lettura “ Il circolo dei narratori ” e cofondatrice della rivista web “ El Ghibli ”. Nel 2021 è uscito “ Abitare ” (Samuele Editore), il suo terzo libro di poesie, successivo a “ Poesie di fine mondo ” e “ Salto mortale ”, entrambi editi da Lietocolle.
Citando l’accurata prefazione di Mia Lecomte “la poesia di Romero è il risultato di un incrocio generazionale di lingue” . Parallelamente allo scorrere dei versi si snoda una storia di migrazione, fatta di idiomi, periodi storici e intimità familiare . “Il mio percorso di vita – spiega Candelaria – è strettamente legato alla mia storia personale. Sono nata in una famiglia di poeti e questo mi ha dato un’impronta. Sin da quando io e mia sorella eravamo bambine ci hanno inondato di poesia, sia in Argentina, poi in esilio in Bolivia e Svezia” . E ancora: “Abbiamo vissuto quel mondo non solo attraverso gli incontri pubblici, ma anche negli appuntamenti casalinghi in cui gli scrittori si ritrovavano. Da lì, nasce il nostro desiderio di scrivere, ci hanno portato a farlo iscrivendoci a laboratori per bambini, invitandoci a farlo sempre, a partire da una scrittura molto privata, come i diari che tenevamo quando eravamo ragazzine” .
Chiara Donizelli
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