A differenza dei salotti e delle combriccole che si basano su personalismi e scambi coatti di riflettori, di lustrini, il festival “Ritratti di Poesia”, strutturato da Carla Caiafa e diretto da Vincenzo Mascolo, si propone alla platea come un osservatorio internazionale delle poetiche in circolazione. Giunto alla 17esima edizione, ha portato nella Capitale centinaia di poeti, editori, giornalisti e operatori culturali impegnati a sostentare un genere che continua a non trovare corrispondenza sul mercato mainstream.
«Poesia» viene da «pus»:
non te l’aspettavi?
E quanto ci hai messo, ad accorgertene!
Poetare-suppurare-suppoetare,
tipica infiammazione del linguaggio (…)
Nei versi sopracitati, prelevati da Exfanzia (Einaudi, 2022), Valerio Magrelli sottolinea come la lingua impiegata poeticamente fermenti, esondi, evada dal corpus convenzionale e spesso con un moto estraniante, con una ragione inspiegabile quanto centrifuga dello scrivente che abbandona la realtà per ritrovarla nel silenzio seguente. Di recente, durante il secondo appuntamento del corso sulla poesia contemporanea che Gilda Policastro cura per l’Accademia Molly Bloom, Magrelli ha passato in rassegna una serie emblematica di trasformazioni del famigerato impoetico in humus poetico – e degnamente – dai numeri civici e dalle percentuali di Palazzeschi ai captcha di Policastro stessa, sino al QR code di un suo testo, poiché la poesia si pone «all’incrocio tra una riflessione linguistica e una riflessione emotiva», a detta sua, assorbendo più o meno volontariamente incongruenze e suggestioni sociali. D’altronde, non c’è argomento che la poesia non possa attraversare, e “Ritratti” continua a testimoniarlo.
Mascolo, seguendo il suggerimento di Fabrizio De Andrè, ossia di un estraneo ai lavori, è necessario seguire l’evoluzione di un poeta nella sua complessità, piuttosto che limitarsi alle singole copertine. Dunque quali sono le tematiche che caratterizzano il 2024?
«“Ritratti di Poesia” non si occupa di tematiche specifiche. Nonostante ciò, poiché anche la poesia non può ignorare la contemporaneità in cui vive, ci piace inserire in ogni edizione temi attuali per consentire un confronto con l’espressione poetica. Quest’anno è la rivoluzione digitale ad avere attirato la nostra attenzione. Nella diciassettesima edizione si parlerà, quindi, di intelligenza artificiale, con un accenno alle trasformazioni che sta apportando e al tema fondamentale dell’etica nel suo utilizzo, anche in campo artistico. Ci auguriamo che, pur se nel tempo breve a disposizione, il dialogo possa servire per una prima conoscenza del fenomeno, dei suoi limiti e anche dei suoi vantaggi».
Caiafa, palinsesto dopo palinsesto vi siete dimostrati figli del vostro tempo; difatti, oltre ai temi manifesti, svariati sono passati sotto traccia, ma dettati sempre dagli eccessi e dalle lacune del presente, così gli algoritmi digitali che paiono umanizzarsi e la montante egomania testimoniata dalla coltre di prime persone singolari in vendita sugli scaffali. Di che cosa, perciò, non dovrebbe occuparsi la poesia?
«Non c’è alcunché di cui la poesia non possa o non debba occuparsi, si può scrivere in versi di ogni argomento e anche una rassegna di poesia concentrata come la nostra può stimolare riflessioni su temi importanti, non solo letterari. Con “Ritratti di Poesia” intendiamo offrire una diversità di linguaggi e di scritture che consenta una panoramica ampia delle modalità con cui si fa poesia oggi, comprendendo anche le proposte che tendono a mettere in versi temi solo apparentemente distanti dalla poesia. Il mio auspicio, infatti, è che la poesia riesca a rivolgersi e a essere vicina al maggior numero possibile di persone, dando il suo contributo di umanità per l’arricchimento personale e sociale».
Matteo Bianchi
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