da FARE VOCI di Giugno 2016, una recensione di Fulvio Segato – qui
Da una prima e poi da una seconda e un’ulteriore lettura del volume di Gabriella Musetti “La manutenzione dei sentimenti”, quello che più mi colpisce è il perfetto equilibrio che come filo tenue, ma resistentissimo, tiene unite le quasi sessanta poesie che lo compongono.
Equilibrio che parte dalla prima sezione del libro – Città – e dalla prima, “Genova”, dove Gabriella è nata, seguendo un itinerario che tocca vari luoghi dove ha vissuto e soggiornato, con immagini forti e colorate, cariche di profumi e colori, che tuttavia negli altri capitoli diventa fosco e tende a perdere la vividezza delle prime pagine, ma non per questo meno incisivo. Il peso iniziale si bilancia in maniera esemplare con lo svolgersi del libro, quasi a voler mettere in piano sentimenti ed emozioni, stralci di vita passionale con quelli più miti e intimi dei momenti più crudi e dolorosi di una vita passata insieme.
Perché anzitutto questo libro è una grande testimonianza di un sentimento che lega l’autrice con il suo coniuge, in un rapporto simbiotico e di profonda unità, che passa da esaltazione a sofferenza, a scoramento e a volte ad abbandono, che nessun’altra parola può esprimere meglio che amore.
Sempre fuori da retorica, mai nostalgico e quindi esente dalla banalità che spesso porta la nostalgia, con un occhio attento su tutto quanto circonda la vita, la sua vita, di persona letterata e intelligente che riesce di ogni cosa a sentire il fuoco, ma mai brucia nelle sue fiamme, attenta e critica come solo le persone che riescono a vedere l’insieme, e quindi farne sintesi, riescono ad essere. Sintesi che la porta a constatare il mondo com’è, nella sua piccolezza e forse inutilità, frantumaglie, come lei stessa dice dove però, ecco! chiara, la particella unitaria, quel minimo assoluto che tiene tutto insieme e al quale, comunque, crediamo.
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