Da Il Sole 24 Ore su Corpi solubili proposto al Premio Strega Poesia 2024

da Il Sole 24 Ore

 

Il Premio Strega Poesia ha reso noto l’elenco dei libri proposti alla seconda edizione. Concorrono centoquarantaquattro titoli: centotrentaquattro proposti dagli editori più dieci richiesti dal Comitato scientifico, che indicherà l’ambita dozzina venerdì 5 aprile. Tra i papabili: Pane del bosco (Einaudi, 2023) di Chandra Livia Candiani, Natura (Stampa2009, 2023) di Roberto Cescon, Paradiso (Garzanti, 2024) di Stefano Dal Bianco, Corpi solubili (Samuele Editore – Pordenonelegge, 2023) di Mario De Santis, Alveare (Crocetti, 2023) di Elisa Ruotolo.

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Alle spalle del poeta

Le incongruenze tra oggetti, soggetti e “la parola data” che Cescon riporta con metodo, rimbombano nella frattura tra ciò che sono stati storicamente e ciò che sono diventati necessariamente i Corpi solubili (Samuele Editore – Pordenonelegge, 2023, pp. 110, euro 13) di Mario De Santis. Non a caso, il verso finale non conclude il volume, ma sigilla il suo rapporto con la storia: “E adesso tutto ricomincerà, nel 1915”.

Si tratta di una metamorfosi epocale, di un passato funesto e rivoluzionario al contempo, così lo scoppio della Prima Grande Guerra. In sostanza, il poeta ricomincia dal nonno che imbracciava il fucile e da Artaud che distruggeva le sue poesie per passare al teatro. Se dopo la distruzione della società com’era storicamente progredita sino ad allora restavano solo i figli, l’autore francese simboleggia il travaglio e la fuoriuscita dal dominio della parola letteraria prima, poi dalla parola tout-court quale limite del pensiero: pur restando fedele ai versi, De Santis assorbe il deragliamento espressivo di Artaud verso l’oralità, verso la performance della voce tramite opere sempre orientate alla complessità della forma.

La solubilità nella dissoluzione

De Santis delinea quanto la perdita di attenzione nei confronti del contingente, e dunque di ogni dettaglio vitale, sia stata amplificata dallo sciame di schermi retroilluminati su cui distrarre lo sguardo. E spegnere l’io in una moltitudine disordinata: “Il mondo non ha utopie di lungo orizzonte, ma date di scadenza / (2050) come una qualsiasi merce”. Nelle periferie disumanizzate si consuma il meccanismo delle merci che segna il vissuto dei Sapiens, e non in quanto svilimento morale, bensì del processo di organizzazione esistenziale che proviene dal mondo “molecolare” di Deleuze e Guattari.

Corpi solubili è un’immagine che Antonella Anedda aveva dedicato ai milioni di vittime degli sbarchi nel Mediterraneo, e De Santis la immette nella corrente di una deriva collettiva. Di fronte alla tragedia da un lato e, dall’altro, alla bellezza cristallina di un tuffo ignaro in mare, il poeta considera il dissolvimento delle membra nell’acqua salata parte di un processo di trasformazione universale, al di là del bene e del male.

Matteo Bianchi

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