daIl Popolo del 18 settembre sulla collana Gialla, Gialla Oro e il nuovo numero di “Laboratori critici”

da Il Popolo
 

La poesia, intesa come ambito editoriale ma soprattutto come comunità di lettori e autori, è un “mondo che dialoga, è quel che forse rimane di un tessuto culturale che stiamo perdendo”. Così Gian Mario Villalta, scrittore e poeta oltre che direttore artistico del festival Pordenonelegge, ha presentato ieri assieme ad Alessandro Canzian fondatore di Samuele Edizioni, le nuove uscite delle due collane “La Gialla” e “La Gialla Oro”, collane di poesia frutto della collaborazione tra festival e casa editrice. Un ambito ancora autentico “dove tra gli autori sono forti le connessioni, aspetto che per altri generi letterari purtroppo si è perso, un settore dell’editoria in cui il lettore ancora non è più solo un consumatore, bensì si sente parte di un mondo” ha aggiunto Villalta.

Dal 2014 con La Gialla (inizialmente con LietoColle) e dal 2016 con La Gialla Oro, sono 76 le pubblicazioni finora editate da Pordenonelegge nella sua veste di editore di poesia. “In questi 25 anni di festival il passaggio editoriale è stato decisivo, così come l’aver istituito un festival dentro il festival e una Libreria della Poesia che è già di per sé qualcosa di incredibile. È una scelta nata anzitutto per la passione, e poi per quell’orgoglio anche personale che oggi Pordenone sia uno dei luoghi di riferimento in Italia per la poesia, ossia quella scrittura che pone al centro di tutto la lingua; ponendo attenzione sulla lingua, si pone attenzione verso qualcosa che viene da più lontano di noi, che porta con sé la memoria e valori che sono un campo di confronto molto ampio, riguardano il pensiero e la riflessione sulla propria condizione di esistenza” ha spiegato Gian Mario Villalta.

“Abbiamo cambiato vestito alla Gialla e anche indirizzo. Se finora la Gialla era dedicata soprattutto ai giovani autori o alle sperimentazioni, ora abbiamo deciso di ampliare, consapevoli che viviamo in un mondo che cambia molto velocemente” ha commentato Alessandro Canzian ricordando che sabato 21 settembre alle 17 e alle 18 nella Libreria allestita a Palazzo Gregoris, verranno presentati i volumi.

“Abbiamo molto discusso se mantenere le due collane o unificarle – hanno concluso Villalta e Canzian – poiché non c’è più quella forte strutturazione generazionale, d’altro canto l’orizzonte neoavanguardista sperimentale è andato sfilacciandosi. Tuttavia abbiamo preferito mantenerle per ora, per poter mantenere la possibilità di ragionare su pubblicazioni che hanno anche aspettative differenti”.

Per la Gialla, l’incontro alle 18 sarà condotto da Augusto Pivanti e Roberto Cescon. Cescon è anche il coordinatore del nuovo numero della rivista semestrale “Laboratori critici”. Sono tre le nuove proposte 2024 in uscita per la “Gialla”: con “L’età verde” di Alessandra Corbetta, i ricordi, le sequenze di immagini o situazioni che compongono l’esile mito di noi stessi si confronta con il nostro bisogno di essere, lasciando affiorare un bisogno di immagini, di parole, di favola, di sonno e di sgomento, e il bisogno di dare voce alla poesia. “Se non sarò più mia” di Italo Testa, è pensato come nuovo frammento del poema in divenire “La divisione della gioia” (Transeuropa Editore, 2010; Industria&Letteratura, 2024), “Se non sarò più mia” ne approfondisce i solchi, a partire dalle persone interscambiabili e dal mescolarsi di natura e manufatto. “Cartografie” di Anna Toscano si muove in due direzioni: i luoghi e le relazioni umane. Composto da testi inediti e da altri editi e in molti casi revisionati, nasce dal bisogno di amalgamare in una sorta di storia in versi i temi ricorrenti dell’autrice, alternando voci, parti più nostalgiche e altre più giocose, rimate e a cadenza anaforica. Fra i luoghi, dalla stazione di Milano ad Algeri e San Paolo, una sequenza diventa un vero atto d’amore per Venezia. E molti autori appaiono come vive presenze amate follemente nel tempo: Goliarda Sapienza, Amos Oz, Janet Frame, Mario Benedetti.

Quanto alla “Oro”, appuntamento alle 17 riflettori sulle tre novità della “Gialla Oro”: conducono l’incontro il direttore artistico di pordenonelegge Gian Mario Villalta e il fondatore di Samuele Editore Alessandro Canzian. Con “Quarantadue” Beatrice Zerbini evidenzia che se la felicità è inafferrabile; la sofferenza si può abitare, ha un volto, non abbandona. In “Quarantadue” la morte appare quale impulso metafisico capace di abbracciare la vita, con tutte le paure e le sofferenze che impastano il nostro stare nel mondo. Nello sguardo di Zerbini prevale il voler bene, in “tutti i luoghi del mondo”. Andrea Longega ci proietta invece in un tempo di pienezza e di ardore con la nuova raccolta “Istà” nella quale l’estate diventa desiderio di pace da trovare nei ritmi che rallentano e nello stare coi corpi che guardano il mare. Scorre nelle quattro sezioni che compongono l’opera, suddivise per anno,una sorta di diario di viaggio, ambientato soprattutto a Creta, dove il poeta è solito “disperatamente” ritornare ogni istà, spinto da un desiderio di riconoscersi e di animare un ricordo. E Giovanni Turra, con “Peepshow” raccoglie le poesie pubblicate e gli inediti de “Il bosco degli spiriti”, composti negli ultimi anni, confermando una voce forte del panorama italiano – canto, grido o verso animale – che chiede amorevole attenzione Delle raccolte incluse è mantenuta la fisionomia originale, secondo un percorso che consente di ricostruire l’evoluzione dell’autore: si trascorre così da un’architettura compositiva che ritrae luoghi e persone nell’istante di un crollo, nel loro nuovo ordine di macerie, al respiro degli ultimi testi, dove, dove il tono si fa qua e là più narrativo e l’incedere si posa su forme riconoscibili.

E ARRIVA IL NUOVO NUMERO DI LABORATORI CRITICI
Per celebrare gli undici anni della collana Gialla e i quaranta poeti pubblicati, tra esordienti assoluti e voci già autonome quanto capaci di sperimentare con i versi, il quinto numero della rivista “Laboratori critici” – il semestrale di poesia e percorsi poetici diretto da Matteo Bianchi e fondato dall’esperienza di Laboratori Poesia nel 2021, edito Samuele Editore – individua e approfondisce alcuni solchi della poesia italiana più recente. “Quando ci siamo detti che per Pordenonelegge era tempo di creare una collana di poesia – spiega il curatore del volume Roberto Cescon – volevamo raccogliere le nuove voci più significative di una scena che si andava rinnovando, a partire dall’esperienza del festival, che per noi è sempre stato un momento di confronto e ascolto sulle forme e sulle domande alle quali il nostro tempo ci sollecita”.

Valentina Silvestrini

 
 
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