Le memorie degli anziani in un amarcord sulla città
Dalle veglie al teatro Licinio, dai cotonifici al Caffè Municipio di Bruno Redivo Domenica a Casa Serena la presentazione del libro “Ciacolando de Pordenon”
«Durante le Veglie, il teatro era addobbato con rose e garofani. Le donne di piazza della Motta in prima fila. Andare “Al Licinio” era bello, perché ci si incontrava e…nascevano gli amori! Nel vecchio teatro c’era molta più intimità e le coppiette di innamorati ci andavano volentieri».
La memoria scorre, si fa largo tra le emozioni più intime e i ricordi che fotografano uno spaccato sociale, brani di storia di una comunità, dei suoi eroi comuni. “Ciacolando de Pordenon”, libro edito da Samuele editore (in vendita a Casa Serena e nelle libreria cittadine) è un viaggio, un po’ in italiano e un po’ in dialetto pordenonese, su un treno passeggeri che parte dalla Pordenone dei primi ’900 e arriva al 1962, anno di inaugurazione di Casa Serena. I passeggeri di questo convoglio di ricordi altro non sono che gli anziani – una trentina – per lo più ospiti della casa di riposo pordenonese (non mancano contributi esterni), che hanno portato con loro un bagaglio di vita fatto di immagini, persone, eventi che hanno una dimensione pubblica oltre che privata.
Il libro, che domenica sarà presentato a Casa Serena alle 15.30 (partner Comune, Auser, Università di Udine, la circoscrizione di Torre e l’associazione Il castello), con la complicità dei Papu, parte dal progetto “Saluti da Pordenone”, uno dei tanti che Casa Serena porta avanti. «Dall’idea di un volontario – spiega Monia Bertolo, referente del servizio animazione della casa, che ha curato la pubblicazione del libro assieme a Maria Luisa Gaspardo Agosti, il fotografo Maurizio Sacilotto, gli animatori di Agorà e Fai e molti volontari – sono nati incontri di lettura delle poesie di Ettore Busetto e Vincenzo Bòsari. Da quelle letture è scaturito un percorso in cui gli anziani hanno raccontato di loro e della loro Pordenone regalandosi e regalandoci emozioni fortissime che in parte sono state raccolte in questo libro. E’ un lavoro a più mani, frutto della collaborazione di tanti, è un sogno che si realizza».
Volti, storie, aneddoti, riaffiorano dai protagonisti e tornano a nuova vita. Si riscoprono le professioni – dalle parrucchiere all’ostetrica, dalla telefonista al fabbro e non manca la testimonianza di una delle prime consigliere comunali – e i luoghi fulcro della città: il teatro, i cotonifici, i caffè, i corsi, le parrocchie. All’interno anche il bellissimo diario di Elide Gasparotto “Una mattina in caffè municipio con Bruno Redivo”. “(…) Tra un discorso e l’altro, la risata de Bruno, che nel frattempo el gaveva cominsià la corsa tra el banco e la sala dei bigliardi, la cantina, el stansin, e lu el ghe tigneva testa a tutti i discorsi, el gaveva rece o oci dapartut! Se la sera prima gera stà consiglio fin alle ore piccole, chi saveva le novità? Bruno!”.
Martina Milia