Diktionarium su Laboratori Poesia


 
 
da Laboratori Poesia
 

Dopo il primo libro Il punto morto del mondo (LietoColle, 2019), Giorgia La Placa vince il Premio Bologna in Lettere per l’opera inedita e arriva alla sua seconda pubblicazione. Diktionarium (QUI la pagina dell’Editore) è uscito nel 2023 nella collana Callisto di Samuele Editore (collana che, come da dichiarazione dell’Editore al Salone del Libro di Torino, prenderà il posto della storica Scilla che entro l’anno chiuderà per poi riaprire, esclusivamente su invito e con un progetto grafico rinnovato, come Nuova Collana Scilla) e già il titolo impone il passo, volutamente con la k, a una metamorfosi dell’originale in latino con la cdictionarium.

La struttura si divide in quattro parti: DizionariettoLessico-LessiciChi dice o non dice e Le parole fantasmaDiktionarium è un lavoro sulla lingua: parole straniere, segni, geroglifici, trascrizioni di silenzi, conversazioni, rumori onomatopeici, parole meticcie, frecce che ci sporgono sul vuoto. Tutto questo immerge il lettore in un’esperienza da decifrare, un senso del quale riappropriarsi anche attraverso gli spazi nella pagina che ci costringono a volte a girarla, a orientarci in un modo diverso, a cambiare punto di vista. Nulla è volutamente dichiarato e tutto è detto.

 

 

 

Proprio nella prima sezione il libro apre con parole straniere che, se non conosciute dalle letture, pongono anche un dilemma di pronuncia oltre che di comprensione. Una soluzione che si può solo intuire, come un cercare di riposizionarsi nella lingua. «L’hangar delicato di rime / sta bene con la stagnola di un panino con lo stracchino…». La Placa accompagna accavallamenti apparentemente stridenti, con delicata ironia «– e devo, devo – / ondeggiare. / Ho pensato a quanto ha ragione il tipo che ha paura del mago Sabbiolino, / delle ombre anche fatte con le mani, / degli animali mortuari del sonno. / Poi però dadirri, che altrimenti svanisco», sembra chiedere di non avere paura delle ombre sul muro, di ciò che non si vede, ma chiede anche di avventurarsi senza temere di svanire nel linguaggio, anche in quello che non possiamo o sappiamo con certezza pronunciare.

Elisa Longo

 
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