Eucariota su Vallecchi Poesia


 
da Vallecchi poesia
 
Il De Aetna di Pietro Bembo, 1496 (in realtà 1495, a dispetto di quanto riporta la dicitura), è il primo incunabolo in lingua latina della tipografia di Aldo Manuzio; quelli prima erano in greco, con l’apposito alfabeto, eccettuate le note al testo, redatte in latino e per le quali era stato predisposto un carattere ad hoc. Ma in questa occasione il bolognese Francesco Griffo deve preparare nuovi punzoni che siano all’altezza di un testo di classe come quello del giovane Bembo, e tira fuori quello che poi diventerà il font bembo, che infatti non si chiama così per sbaglio. Il Griffo è talmente maniacale da realizzare fino a quattro versioni diverse dello stesso carattere, con lo scopo di rendere la scorrevolezza della scrittura a mano da autentico umanista, e sarà di nuovo lui, sempre nell’ottica di trasferire su carta stampata la grafia tradizionale, a inventarsi il corsivo come stile tipografico: per cui, quando succede questo, per esempio, il merito è direttamente di Francesco, che purtroppo finì probabilmente vita e carriera giustiziato in seguito all’omicidio del suo genero, con una spranga di ferro o addirittura (e qui siamo nel mito) proprio con un punzone di quelli che si usano per la stampa. Già solo per questo motivo il De Aetna è un testo fondamentale nella storia della letteratura mondiale; come se non bastasse, è scritto anche molto bene. Il giovane Bembo inscena un dialogo in cui lui e suo padre discutono sulla natura dell’Etna, approfittando del ritorno di Pietro dalla Sicilia, dove ha studiato il greco presso il leggendario Costantino Làscaris, sapiente e profugo da Bisanzio dopo la caduta di quest’ultima, e ha avuto modo di assistere a un’eruzione del vulcano dopo averlo scalato. I due così parlano un po’ di fisica (nel senso antico) e di storia, poi si salutano: Bembo jr si congeda dal padre, mentre Bembo sr (Bernardo) si ritira cogitabondo nella sua biblioteca. Mi viene in mente su questa linea Eucariota, un libro di Giuseppe Nibali uscito sul finire del 2023 per la collana Gialla di Pordenonelegge che è giocato in buona parte su colloqui con figure paterne.

Grazia Calanna

 
 
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