Il giardino dei semplici – Maria Milena Priviero



 
 
Il giardino dei semplici
Maria Milena Priviero
Pagine 118
Prezzo 13 euro
ISBN 979-12-81825-05-5


 
 
Versione online Sbac!
Prezzo 5 euro


 
 

Il male di vivere ha nel Novecento il suo padre indiscusso in Montale e a lui alcuni termini e alcuni toni ci rinviano: “Nell’abbrivio di un vento che ci tiene / vivi e ci distrae dal pensiero. / – E l’inganno è qui – / Dell’imminente inverno”. Ho citato Montale ma c’è, c’è davvero anche nella cadenza del testo perché quel verso così teso e denso, “E l’inganno è qui”, richiama forte “Il varco è qui?” della Casa dei doganieri.

Convalescenza dai mali di vivere, però, precisa l’autrice a spiegare come in fondo quella condizione di disagio, di smarrimento sia superata, digerita, inglobata nel proprio essere e quindi, in fondo, resa vivibile. E il seguito dei testi ci racconta proprio come si rende vivibile la vita, col farmaco della poesia.
Il farmaco forse è proprio nel secondo movimento della sonata, in quel Giardino dei semplici che occupa una parte consistente della silloge, che sarà forse da connotare con il ritmo di un Allegretto. La natura, dunque, in questa parte della raccolta strutturata addirittura nella forma elegante dell’Hortus conclusus. Si apre in questo movimento della sonata un mondo incantato di fiori, uccelli, frutti, dipinto con quei colori acquerello che erano nel Diario di campagna di Edith Holden, citato dalla stessa Priviero: settembrini, arcobaleni, merli, crochi, chioccioline, ma l’elenco è lunghissimo.

Paolo Venti

 
 
 
 
Prologo
 
Di un bianco delicato è per ora
intonso questo spazio.
Provo allora?
Ma si intenda che tale scrivere
è per prova. E anche se i saggi indicano
nel tacere la via migliore,
resta questo imprimere silenzioso
(che subito magari non risuona).
Tacerò il grido.
Però lasciatemela dire la gioia
di un esclamativo condiviso.
 
 
 
 
 
D’Aprile
 
Eppure non lo crederesti, lo so.
Ma li ho sentiti i grilli cantare.
Come fosse estate. Disseminate
voci sommesse nelle brume verso
la valle del Noncello. E anche stanotte,
da una finestra a sud-est, al buio, li
sto ad ascoltare. Tacciono ora. Piove a
tratti. Inghilterra questa nuova terra?
 
 
 
 
 
 
Si attardava anche il sole
 
Erano lì accanto a me e non potevo
smettere di guardarli. Sulle rosee
pietre della diga se ne stavano
muti ed abbracciati, belli e uguali
nel profilo inanellato degli occhi.
E sui riccioli crema e castagna di
un cagnolino in grembo alla ragazza
si scioglieva l’intreccio delle mani
in una carezza e il sorriso in un bacio
casto. E glielo dissi che erano
belli con tutto quell’amore addosso.
E si attardava anche il sole al tramonto
rapito tra quei lunghi riccioli dei capelli.
 
 
 
 
 
 
Geografie
 
Mamma, dove nasce il mare?
Dall’altra parte, figlia.
Questo non è il mare:
qui è la sua fine. In terra
di Romagna viene a riposare.
Nasce dalla mia Istria lontana.
Ché qua su sta riva bassa
a mi el me par foresto

Mamma, mi no capisso.