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Il nemico dei Thirties
Juan Arabia
Samuele Editore 2017, collana Scilla
traduzione e prefazione di Antonio Nazzaro
pag. 86
Isbn. 978-88-96526-92-7
12€
Dalla prefazione:
Una poesia questa del giovane autore ed editore piena di riferimenti e citazioni dei poeti “reietti, quasi un continuo excursus attraverso i classici europei da Baudelaire a Pound , a quelli statunitensi da Fante a Ginsberg solo per citarne alcuni. Un esempio chiaro lo troviamo nei versi: La notte cadeva sveglia a Greenwich Village,/ e nude le stelle perivano come il tuo cuore;/ dove entrava un universo intero,/ di prime luci; accecanti come la tua immaginazione.
In fondo si potrebbe dire che il destierro di Juan trova come unico territorio vivibile la poesia stessa. Il lirismo di Juan Arabia non cerca una riscrittura dei topici dei viaggi né ha come meta la poesia, ma lascia entrare visioni, immagini, sensazioni e paesaggi in una fervente ricostruzione di congetture che arrivano a favoleggiare la ubriacatura notturna di Dylan Tomas.
Il nemico dei Thirties ha due elementi fondamentali dell’arte poetica moderna: il dialogo forte da un lato con la tradizione non scevro di polemiche e discussioni, e dall’altro, nonostante l’apparente fisionomia di libro d’omaggi poetici, offre momenti in cui si mostra la discordia letteraria compiendo l’elemento d’essere critica di se stessa.
In questo libro Juan Arabia ci fa viaggiare attraverso una poesia che se è costante dialogo con la tradizione afferma anche che il poema, inteso come bellezza e suggestione e dialogo con l’altro, é ancora e più che mai vigente.
Il poeta continua ad essere chi “germoglia nel silenzio della superficie e lascia la sua salda idea”.
Antonio Nazzaro
Articolo uscito il 28 gennaio 2017 su poesia.blog.rainews.it di Luigia Sorrentino
Develarle al hombre
que los ángeles no están en el cielo,
sino debajo, en lo más profundo de la tierra.
Develarle, también,
que ya experimentó la eternidad y la muerte;
y que todo es posible,
mientras exista la convicción y el argumento.
Develarle que un pez en el agua
vale tanto como un ave en el cielo,
y como un niño que camina solo, indefenso.
Develarle que beber vino,
no es sino anhelar nuevas cosas;
que el sapo y el lagarto le huyen,
pero no lo respetan.
Que el cielo es celeste,
aunque sólo eventualmente.
Que su sombra no es sino el reflejo adverso de su alma.
Develarle al hombre que aquél que lo comprende,
se transforma en su amo;
y que los Evangelios Apócrifos
son tan falsos como la verdad y la mentira.
Develarle que en la ciudad
se aleja insistentemente de sí mismo;
y que aquél a quien más teme, es sólo él y nadie más.
Develarle que el mar
será un sinónimo de literatura;
y que el sol despierta
cuando escucha el sonido de dos espadas.
Develarle que el aire no puede sostener la hoja
que tiembla y cae junto al árbol;
y que extrañar es la forma
más desinteresada de querer.
Develarle al hombre que aquello de lo que escapa
no se encuentra en su camino;
y que sus pensamientos
son sólo una vaga e inútil extensión de lo que siente.
Develarle que una poesía crea,
que una ley destruye,
y que lo único que permanece en la quietud es su mirada.
Rivelare all’uomo
che gli angeli non stanno in cielo,
ma sotto, nel più profondo della terra.
Rivelargli, anche,
che già ha sperimentato l’eternità e la morte;
e che tutto è impossibile,
mentre esiste la convinzione e l’argomento.
Rivelargli che un pesce nell’acqua
vale tanto quanto un uccello nel cielo,
e quanto un bambino che cammina da solo, indifeso.
Rivelargli che bere vino,
non è se non anelare cose nuove;
che il rospo e la lucertola lo fuggono,
ma non lo rispettano.
Che il cielo è celeste,
anche se solo eventualmente.
Che la sua ombra non è nient’altro che il riflesso contrario della sua anima.
Rivelare all’uomo che quello che lo comprende,
si trasforma nel suo padrone;
e che i Vangeli Apocrifi
sono tanto falsi quanto la verità e la menzogna.
Rivelargli che in città
si allontana insistentemente da se stesso;
e che quello che più teme, è solo lui e nessun’altro.
Rivelargli che il mare
sarà un sinonimo di letteratura;
e che il sole si sveglia
quando sente il suono di due spade.
Rivelargli che l’aria non può sostenere la foglia
che trema e cade assieme all’albero;
e che avere nostalgia è il modo
più disinteressato d’amare.
Rivelare all’uomo che quello da cui scappa
non si trova nel suo cammino;
e che i suoi pensieri
sono solo una vaga e inutile estensione di ciò che sente.
Rivelargli che una poesia crea,
che la legge distrugge,
e che l’unico che resta calmo è il suo sguardo.
Un cuervo en Camden Town
Alejado del centro de Londres,
y de otros infiernos,
un cuervo pasea por
las escaleras vacías
de las calles de Camden.
Se propone alejar
de todos los hombres,
de todas las mujeres;
y pretende ocultar
– muy profundamente –
su mirada hacia ellos.
Sus ojos son negros,
como todo su cuerpo.
Porque blanca es la luna,
y blanco el silencio.
En la naturaleza
no existe la melancolía.
Un corvo a Camden Town
Lontano dal centro di Londra
e da altri inferni,
un corvo passeggia per
le scale vuote
delle strade di Camden.
Vuole allontanare
tutti gli uomini
tutte le donne
e pretende nascondere
– molto nel profondo –
il suo sguardo verso loro.
I suoi occhi neri,
come tutto il suo corpo.
Perché bianca è la luna,
e bianco il silenzio.
In natura
non esiste la malinconia.
Por el norte de París
Por el norte de París avanzan los negros.
Tienen su luna, sus ovejas, sus piedras.
Y si bien están lejos de los trampolines
de seda de las parisinas de piernas largas…
Rodean al Sena desde el inicio de Saint-Denis,
se juntan de a montones en las estaciones del Metro.
Son negros, son gitanos sin pájaro.
Perdieron su libertad,
hicieron con ella sombreros de paja
para las reinas blancas que prohíben el sol.
Es una ola verde, a la distancia,
interrumpida por costumbres de precios y lana…
La monarquía es más rentable como espectáculo.
Pero los negros avanzan, a pesar de todo.
Avanzan porque la democracia es más fuerte.
Avanzan porque no tienen pájaros.
Y avanzan porque sí…
Per il nord di Parigi
Per il nord di Parigi avanzano i negri.
Hanno la loro luna, le loro capre, le loro pietre.
E nonostante siano lontani dai trampolini
di seta delle parigine dalle gambe lunghe…
Circondano la Senna dall’inizio di Saint-Denis,
si riuniscono in quantità nella stazione del Metro.
Sono negri, sono gitani senza uccello.
Hanno perso la loro libertà,
hanno fatto con essa cappelli di paglia
per le regine bianche che proibiscono il sole.
è un’onda verde, distante,
interrotta per abitudine da prezzi e lana…
La monarchia rende di più come spettacolo.
Ma i negri avanzano nonostante tutto.
Avanzano perché la democrazia è più forte.
Avanzano perché non hanno uccelli.
E avanzano perché sì…
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