ESAURITO
Queste pagine sono bianche, pulite, aperte.
Come un sasso nell’acqua, pochi versi lanciano immagini e pensieri in uno spazio vuoto affinché risuonino, in ciascun lettore, con echi differenti. La natura descritta da Federico Rossignoli è fatta d’istantanee, di occasioni, come direbbe Montale, per fermare il tempo, raccogliersi attorno a vicende minimali, intense. Sono immagini incomplete, lasciano un margine indeterminato per accogliere le libere interpretazioni di ciascuno di noi, compartecipi del risultato finale: i paesaggi e i loro significati impliciti assumono le fattezze che vogliamo.
Se la prima parte della raccolta odora di oriente nella forma e di un umore universale nei colori, le poesie d’amore evocano sentimenti remoti, sono pervase di un erotismo pudico e insieme energico, passionale.
Qui si fa musica in versi: con mezzi poveri usati finemente, si incanala una esuberante volontà espressiva lungo una sfilata danzante di suggestioni discrete e scenari fragili. Senza retorica, se mai con qualche ingenua, incantata illusione.
Gianni Nuti
Ieri notte il gelo
della grandine ogni cosa rotta a terra
anche l’edera il suo odore rampicante
forse in qualche luogo
il raccolto è andato perso
Nobile linea d’airone
bianco presso un campo
su cui l’alba più leggera si
spandeva io t’ho visto
a guardia della luce
così rara quando appare
Mi distrae un istante il merlo nero
l’incostante verso il movimento
i tragitti rapidi di panico
quasi fosse appunto del mio animo
nell’arsura immobile del giorno
Anche a chi aspetta la sera
non resta che porre l’attesa
oltre i confini e la nostalgia
che il caldo rende cicala