Da Odissea
Ci sarà anche “Laboratori critici”, il semestrale di poesia e percorsi letterari nato in seno a Samuele Editore, tra i protagonisti dell’ottava edizione di Elba Book Festival in programma dal 19 al 22 luglio. La rivista, di cui è direttore responsabile Matteo Bianchi, è stata lanciata nel dicembre 2021 con “Le risorse del silenzio” e nel maggio scorso è uscita con il secondo numero dal titolo “Un contemporaneo senza margini” (160 pagine, 13 euro) su cui concentriamo l’attenzione; la redazione è composta da Angelo Andreotti, Alberto Bertoni, Gisella Blanco, Chiara Evangelista, Mario Famularo, Alberto Fraccacreta, Riccardo Frolloni, Simone Gambacorta, Niccolò Nisivoccia e Daniele Serafini. Ampio lo spettro di suggestioni e riflessioni su una vasta pletora di fenomeni attuali che il secondo numero porta in risalto a partire dal ruolo della critica letteraria, affrontato con acume dallo stesso Bianchi muovendo da un interessante spunto di Matteo Marchesini e con un inevitabile richiamo a Pasolini, nell’anno del centenario della nascita, in relazione alla funzione totalizzante della poesia, genere, questo, che per lo stesso Bianchi sta vivendo una sorta di deriva caratterizzata da luoghi comuni e slogan e dalla “mancanza di una dominante lirica ed egotica”. Breve, ma incisivo il contributo fornito da Maurizio Cucchi, voce possente e alta di intellettuale, saggista, poeta, che accoglie la suggestione di un rapporto tra musica leggere e versi chiarendo differenze e similitudini. Nel gruppo di redazione della rivista si segnala Gisella Blanco, poetessa siculo-romana che interroga con intelligenza Valerio Magrelli sulle cifre fondamentali della sua scrittura tra citazionismo (cifra stilistica predominante nel poeta nato nel 1957) e metafore, a partire dal recente, stupefacente “Exfanzia”. Niccolò Nisivoccia affronta con altrettanto acume il percorso della parola nel genere poetico e “l’assenza di sé” con un interessante parallelismo tra Paul Celan e Marìa Zambrano. La poesia dell’esperienza, vita che si snoda per essere recuperata e ripresa sul rigo, suggella il percorso di Alberto Bertoni che propone alcune pregevoli composizioni realizzate per manifestare contro la guerra, mentre Tommaso Di Dio ragiona intorno ad alcuni fecondi intellettuali nati negli anni Novanta quali Valentina Murrocu, Silvia Righi, Dimitri Milleri, Riccardo Socci e Giuseppe Nibali, Giorgiomaria Cornelio e Riccardo Frolloni, accomunati da una commistione tra diversi generi culturali, da “un’atmosfera non italiana” e da una scrittura ibrida, pur nella multiforme divergenza di stili. Sul Bassani scrittore in versi, ancora oggi inopinatamente poco conosciuto rispetto all’ampia produzione in prosa, disquisisce Francesco Franchella accennando ad alcune riflessioni portate dalla figlia Paola, in un viaggio ideale da “Parigi a Ferrara”. Un cenno è d’uopo per Angelo Andreotti che dibatte efficacemente con Antonio Prete sulla funzione della poesia nell’era attuale caratterizzata da un’ipertrofia dell’io e dall’egolatria. Ivano Ferrari, scomparso di recente, e Mario Socrate nel decennale della dipartita sono “omaggiati” rispettivamente da Mary Barbara Tolusso e Tommaso Di Francesco che riprendono alcune cifre stilistiche essenziali delle rispettive poetiche, mentre Gianmario Villalta “lancia” un interessante progetto tra “Pordenonelegge” la Regione Friuli-Venezia Giulia.
Federico Migliorati
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