Le crepe su Ytali


 
 
da Ytali.com
 
 

La lingua poetica di Franca impiega, poi, tutti i registri – tragico, melodico, elegiaco, lirico e talvolta ferocemente ironico – inscritti nella cantabilità del suo dialetto per costruire le indimenticabili figure femminili del tema drammatico (svolto nelle sue due opere teatrali, d’impianto medievale l’una e classico l’altra, la Passiù del 2008 e la Medea del 2012) dell’accoglienza piena e senza salvaguardia alcuna dell’amore, facendosene ingravidare fino alla donazione più completa di sé, per poi lasciarsene devastare fino all’assunzione totale della sofferenza altrui o fino all’annichilimento estremo di sé e della propria vita. E infine, per vocazione amorosa all’accoglienza, alla compassione e alla cura, la Grisoni sa rinunciare alla sua poesia e farsi cantora e interprete di quella altrui, come nell’antologia Alzheimer d’amore, dove raccoglie e, con lucida partecipazione, commenta le poesie di grandi autori contemporanei (da Zanzotto a Cappello, da Bertoni a Benedetti, dalla Lamarque alla Atwood e alla Dupont e tanti altri) dedicate alle fasi dolorose e strazianti, attraversate da chi precipita nel dissolvimento progressivo di sé, portato dalla malattia, e da chi lo assiste e lo accompagna fino al bordo del baratro; e, spesso, continua ad accompagnarlo anche dopo nella memoria ferita.

Nell’ultima raccolta di Franca Grisoni, Le crepe, apparsa nel 2021 nella prestigiosa Gialla Oro di Pordenonelegge/Samuele Editore, l’arco del «canzoniere d’amore in vita e in morte», che costituisce l’intera sua opera – come lei dice – raggiunge la sua più piena estensione e si affaccia, con sommessa umiltà, oltre le soglie del sacro e del mistero che permeano la vita, in un percorso di interrogazione che abbraccia tanto la propria interiorità quanto gli aspetti e le immagini della natura, quanto i volti e i movimenti del quotidiano, vicino o più lontano, che la circonda. Ne viene una poesia fatta di stupore e di inquieta fascinazione per quanto di inattingibile alla ragione si celi dietro e dentro i gesti e le sensazioni che muovono i nostri comportamenti, e dietro e dentro i processi naturali che attraversano la vita degli animali, di alberi e fiori, e persino dell’acqua e dei sassi. Nel tessuto biologico e metafisico che avvolge la vita si formano degli strappi o delle fessure, delle crepe appunto, che la poesia, coi suoi segni, si prova a ricucire o a chiudere.

Gabrio Vitali

 
 
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