da Sololibri
Loro due, silloge fresca di stampa di Maria Grazia Chinato (Samuele editore, pp.82, 2024, prefazione di Alessandro Canzian) focalizza il dettato poetico sull’amore assoluto. Con tale aggettivo è da intendersi l’amore in senso dantesco e platonico (in riferimento al Simposio), amore psicopompo, impulso imprescindibile verso l’empireo, necessario per vivere ad ogni livello, sia carnale che psichico che spirituale.
Eros trasporta; il suo ricordo, quindi la memoria, quindi la ripetizione e la permanenza del passato attualizzato, quindi il valore dell’attimo oltre il tempo, rendono il dio il protagonista dei versi e il volume libera dalla tirannia del mondo materiale.
Sono versi spezzati, eleganti, le composizioni brevi e illuminanti.
Lo stile raffinato, intimo (non intimista) ricorda Emily Dickinson, pur esprimendo originalità e unicità, specialmente nella visione del tempo:
“Non c’è prima dopo allora adesso / tuttoinsieme tocco nel caos di momenti con te / Il tuo quando / rimanda in me / un vago dopo / Con noi un oceano d’incerto durare”
Una bella metafora usata è quella del mare, tra le tante, non per l’impressione di infinito, quanto per il movimento ripetuto dell’onda:
“Il mare vive nelle sue onde continue / Nella sabbia le impronte di ieri / Le tamerici fioriscono ogni primavera / Da dove viene il silenzio?”
È straordinario come Chinato ponga l’accento non soltanto sulla comprensione dello scorrere relativo (Einstein), diverso per ogni io percipiente e semovente alla sua propria velocità, ma attenzione per il tempo comprendente e inglobante tutti i tempi, ieri oggi e domani sono qui. Il suo è un tempo fermo, in tal senso assoluto. Anche ciclico, infatti l’autrice fa riferimento al cerchio come immagine della vita e le tamerici tornano ogni primavera.
“Abito / Non credo più ai giorni / agli anni / Garantito solo l’esistere fermo”
La poetessa richiama la fisica quantistica, dando prova che arte e scienza si danno la mano, non sono antitetiche, ma tanto si arguisce senza che venga toccato il tema. Ricorda il fenomeno conturbante dell’ “entanglement”, l’intreccio cosmico e compresente di ogni particella, il cui collegamento con tutte le altre è “non locale” e sovratemporale, indipendentemente dalla loro distanza.
Lui il suo compagno non c’è più, lei informa, è tra le stelle, ma c’è. E se a vent’anni l’unione si concretizzava nella felicità tra le cosce, oggi il ricordo rende sapida la vita. Quanto è vicino o lontano un ricordo? La mente lo richiama istantaneamente.
Anche l’assenza è parte del gioco vitale, fa in modo che la protagonista abbia sviluppato la pazienza, la pace e la saggezza della questuante.
Graziella Atzori
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