L’urlo della mente e altre poesie inedite su Fare Voci


 
Da Fare voci
 
L’urlo della mente” viene ora ripubblicato dalla friulana Samuele Editore di Alessandro Canzian come primo titolo della Nuova Collana Scilla, chiusa a 124 titoli la serie storica (2009-2023), con otto testi inediti composti da Piersanti tra il 2022 e l’anno scorso e in gran parte dedicati al figlio Jacopo.
In appendice la conversazione “La domanda di senso oltre il tempo differente” su “L’urlo della mente” di Alberto Fraccacreta. Fraccacreta lavora anch’egli all’Università di Urbino e nel 2023 ha pubblicato il suo nuovo libro di poesie, “Del tutto diversi”, da InternoPoesia, tessuto di sguardi, attese, amori accennati o solo sperati.
Anche qui di frequente ritorna il “tempo differente”: è una ragazza, sono i “segni sperduti”, sono le ore azzurre dell’Appennino, presenze sacre, San Gimignano magnifico nel meriggio. Ma “il male sconvolse/ e tramutò in atroce il tempo differente”.
L’urlo della mente” nasce da un inquietante episodio autobiografico, l’incontro con una specie di santone, un’alta figura nera, che nell’immaginario del poeta si è trasformato in uno spettro, da come lo descrive nel dialogo con Fraccacreta, tra Goya e Füssli.
Piersanti è stato in clinica in tre diversi momenti e tre diverse strutture. I versi che sono nati da quell’esperienza non sono il diario di un’ossessione: il poeta di Urbino va molto più in là, arriva all’invettiva, all’ode civile (ma senza intonazioni, sottolinea l’autore, e nostalgie alla Pasolini o alla Olmi).
Appare l’”assurdo”, perché è assurda quell’ossessione, per Fraccacreta “una patina, quasi una corteccia di esistenzialismo exprès”; nell’intervista viene citato anche il Sisifo di Camus. Stile diverso dalle altre pagine piersantiane: “Sicuramente la mia modalità di scrittura rispondeva a una condizione esistenziale che m’impediva il canto e l’abbandono”.
A leggerlo oggi, “L’urlo della mente” appare come un grido, howl, esistenziale e politico, di un’attualità lancinante, versi che ricordano lo sguardo desolato di Primo Levi: “Ho conosciuto tempi e luoghi/ dove è impossibile/ essere uomini”. Ma anche l’invito, oggi più che mai attuale, dell’illuminismo: “Non di pietismi/ d’amori generici c’è necessità/ appelli vani da/ troppo perpetrati/ causa d’altri dolori/ spesso, ma d’unione/ fraterna e razionale/ contro il male”.

Roberto Lamantea

 
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