La poesia è una questione terribile che ha a che fare con la tirannia di ogni giorno. Sandro Pecchiari è un poeta che conosce questa verità.
Basta leggere L’imperfezione del diluvio, la sua ultima raccolta pubblicata da Samuele editore, per trovarsi di fronte a una poesia che ama tutti i paradossi e i cortocircuiti dell’esistenza lacerata dalle forme più aggressive del dolore.
Per Sandro la poesia è una questione terribile con cui fare sempre i conti. È una finestra aperta sul vuoto e sull’assenza e soprattutto un modo per convivere con tutte le nostri privazioni.
Le parole essenziali e taglienti come un bisturi attraversano il non – tempo e tutto il vuoto che ha dentro, azzardano senza avere paura delle ferite un disincanto di liturgie imperfette e con il coraggio di chi osa il poeta scrive e vive con la consapevolezza di essere privo dei posti che conosce.
Sandro Pecchiari non ha paura di calpestare i giorni mentre il tempo accade. Egli è un poeta che sa camminare sulle macerie e con gli occhi limpidi di uno stato di vigilanza collezione in maniera immanente tutte le nostre cadute che avvengono per mancanze.
Nicola Vacca
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