Phylum- Kristina Janušaitė-Valleri



 
 
Phylum
Kristina Janušaitė-Valleri
traduzione dell’autrice
Pagine 146
Prezzo 13 €
ISBN 978-88-94944-80-8
 
 
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“Nella lingua sempre siamo a casa”. Inizia così la raccolta di poesie della poetessa lituana Kristina Janušaité-Valleri, quasi fosse un manifesto che ci porta dentro un viaggio, intimo e trasformativo, che parte dal “logos” della madrelingua per arrivare ad un luogo “altro”, alle Fondamenta Veneziane, alla lingua d’adozione, d’arrivo. è un viaggio vissuto, pensato e contemplato, declinato in tre tempi diversi, ma inscindibili tra di loro, i cui titoli, volutamente carichi di simbologia e significato, emanano luce su alcuni aspetti chiave di ciascun passaggio: Exodos, Transitus e Civitas-phylum. Un viaggio che parte dalla culla della lingua baltica e giunge alle rive dell’alto Adriatico, al luogo dove il Mediterraneo termina. Due mari, due culture, un unico incontro. Un’esperienza intima che si apre agli altri assumendo significati universali e condivisi.

L’autrice si interroga sul tema dell’appartenenza, su quello che ci forma, trasforma, sulla potenza dei simboli ereditati, sul potere trasformativo della lingua, del “logos” che è sia punto di partenza, che d’arrivo, ma soprattutto veicolo indispensabile per conoscersi e per conoscere, luogo dove il pensiero nasce, cresce e si sviluppa e che porta verso qualcosa di nuovo, non necessariamente estraneo. Il lettore segue questo movimento, lo assiste, ma nello stesso tempo a sua volta si interroga.

Quali sono i confini identitari che ci legano ad un luogo prestabilito, al perpetuare delle tradizioni ereditate dai nostri progenitori, qual è il confine primo da superare poiché “io” diventi realmente “Io” autentico, unico e come tale prezioso? Il superamento non prescinde dal moto e il moto inizialmente parte da dentro. Lo sguardo che va oltre, l’udito e la bocca che si nutrono di esperienze diverse, a volte distanti da dove siamo partiti. Ecco, quindi, il senso della “sakura del fiume Neris” che precede l’allungarsi di quel movimento iniziale.

dalla prefazione di
Marijana Mare Šutić

 
 
 
 
vestuviniame kambaryje
vėlyvoji magnolija
apsipila
baltai rožiniais žiedais
nebūties veidrodžiuose
šviesos kaskados
nesibaigiančio rudens – – –
 
 
 
 
nella stanza nuziale
la magnolia tardiva
si riveste di fiori
bianco rosa
negli specchi dell’assenza
le cascate della luce
di un autunno (in)finito – – –
 
 
 
 
 
 
įšokau į meilę
į boluojantį rugių lauką
gležnas daigelis kalasi
praplėšdamas kietą dirvoną
ir sėkla numirusi gieda
įsukdama Žemės ratą.
 
 
 
 
ho saltato nell’amore
nel campo di segale biancheggiante
il germoglio fragile sta spuntando
strappando il terreno duro
e il seme perito canta
facendo girare l’orbita della Terra
 
 
 
 
 
 
Tarp manęs ir tavęs
balta tuštuma
sauganti mane nuo tavo nebuvimo
nuo žinučių apie atšauktus skrydžius
išlaisvinanti
nuo deginančios vienatvės
išdavusi leidimą šitam pavasariui
niekada nesibaigti.
Laukimas baigėsi.
Įveikta ir tuštuma.
Koks nepastebimas
iš anksto numatytas.
 
 
 
 
Tra me e te
c’è un vuoto bianco
che mi ripara dalla tua assenza
dai messaggi sui voli cancellati
che mi esenta
dallo scotto della solitudine
che concede a questa primavera
di non finire mai.
Attraversata è l’attesa.
Oltrepassato è anche il vuoto.
Com’è impercettibile la quarantena d’amore
predisposta a tempo.