Poesie d’amore e di dolore su certastampa.it

 

 

 

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La poesia richiede una attenzione praticata quotidianamente, e tentativi in ugual modo quotidiani di inverarla in un verso mai stanco, finché lo scrivere si faccia utile strumento a testimoniarla; e il prolifico Filippo Passeo questa Lezione l’ha fatta propria, e non si risparmia, e fa bene; ed è un bene perché la sua poesia è ricca di bianco intorno.

È una poesia tutta di memorie quella di Filippo Passeo, che si avvicina al suo lettore sussurrando: è la poesia della persona, che ritorna alla parola appartata, che è detta con calma e calore, che è romantica.

E hanno ognuna un volto queste poesie: ne immagini, leggendole, i ritratti sepolti nelle memorie del poeta, che tenta di riportare alla luce del vivere sfruttando del giorno il suo puntuale finire nella sera – ricordando l’assoluta grandezza di Salvatore Quasimodo (1901 – 1968), per forma il più grande poeta di ogni ‘900, insuperato, inarrivabile, di una Sicilia simile a quella del Passeo –; fisionomie che scintillano nell’attrito della penna sulla pagina bianca, che si fa verónica del volto solo umano. Sì: quella di Filippo Passeo è la poesia della persona.

Massimo Ridolfi

 

 

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