da SuccedeOggi
C’è lo spleen baudelairiano in Piazzale senza nome, il male di vivere che attraversa gli stadi più profondi dell’essere umano. Il vecchio che muore è preda di mani amorevoli che l’accudiscono, mentre i ragazzi rapiti dalla droga e dall’alcol, sono abbandonati in un tunnel senza uscita. C’è sullo sfondo, nella luce temporalesca del luogo, il tentativo di donare a queste vite perdute, un gesto d’amore. Questo è l’idéal: la corrispondenza. Le morti parallele hanno colori che incrociano la vita vissuta interamente dall’uomo e la vita spezzata dei giovani. Il bianco e nero dell’adolescenza, una condizione esistenziale tragica, s’insinua e si confonde alla morte del vecchio. Ròsa è l’innocenza della ragazza annunciata, sopravvissuta a un amore violento e distruttivo, e ròsa è anche lo stupore di chi si prende cura dell’uomo che muore. La luce di piombo che crivella la camicia del vecchio, il colore fangoso dei suoi occhi non è diverso da quello dei ragazzi che hanno le braccia crivellate dai colpi d’ago nelle vene. L’uomo compie gesti automatici perché non ha più il controllo di sé stesso, così come i ragazzi sono perduti nell’automatismo della dipendenza. Gli uni e gli altri sono a contatto con la morte, con il colore del sangue, con la Verità della Violenza. L’opera si muove su due registri linguistici: la lingua fredda, dura, anaffettiva, contaminata dalla dipendenza, e poi c’è, come contraltare, una lingua emotiva, intima, affettiva, contagiata dalla perdita e da un lucido e profondo sentimento d’amore. C’è ancora l’odore del sangue sulla strada lastricata di pietra lavica della città di provincia del sud Italia che la ragazza ha lasciato a vent’anni. C’è la memoria della violenza che ha camminato sottotraccia, e questa violenza ha i volti di molti giovani che non ci sono più. C’è il divieto della legge e c’è sempre, per statuto, la sfida, l’infrazione della legge. C’è la notte della vigilia, il desiderio di un’uguaglianza che liberi nel rituale del fuoco il volto pacificato della specie umana. Ma l’oscura e profonda notte illuminata dal falò nel piazzale, è lontana, come la luce del sole che acceca i ragazzi mentre vanno a scuola in motorino alle otto del mattino.
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