da Neobar
Con uno straordinario atto di mimesi, Almerighi fissa con pochi tratti, in uno schizzo a sanguigna, diremmo, i pensieri di un essere umano inchiodato dal proprio mestiere a una maschera culturale, a un ruolo subalterno a logiche di potere, ma anche a un destino percettivo. Senza mai cadere in un ritratto di maniera, senza mai cedere al prestito di uno stereotipo, il poeta restituisce al lettore un’esperienza umana nitidamente scolpita, mostrando quanto i suoi versi siano il frutto di un cesello, di un’immedesimazione, di una vicinanza morale all’essere umano ingabbiato, senza speranze, nelle stritolanti maglie della società contemporanea.
Da un commento della
prefatrice Rosa Pierno
continua su Neobar