Crescono le manifestazioni e gli eventi iscritti alla Rete Pym, nata tra operatori culturali con formazioni e professionalità complementari per promuovere la lettura quale strumento di benessere individuale e sociale. Non solo, da sempre la Rete aiuta la piccola e media editoria indipendente, nonché le espressioni culturali associative dei territori di appartenenza, specialmente se periferici. Dopo Elba Book, la Fiera Argonautilus del Libro di Iglesias, Giallo Garda e le Officine Wort di Milano, che l’hanno costituita nel 2019, si sono aggiunti il Festival Grisù 451 di Ferrara e la rassegna Una Scontrosa Grazia di Trieste. E proprio la proclamazione dei vincitori del Premio Giallo Garda 2024, a Padenghe, nel bresciano, è stato il momento di rito per annunciare i nuovi membri della Rete, oltre al tema che caratterizzerà i palinsesti di ogni singola iniziativa nel corso del prossimo anno: “chiavi di volta” per sublimare la sedimentazione architettonica che dà un’identità riconoscibile a città e paesi, mantenendo sotto gli occhi di tutti i nessi tra passato e presente per scongiurare qualsiasi forma di revisionismo o negazionismo storico.
«La chiave di volta, in architettura – afferma Eleonora Carta, fondatrice di Argonautilus – è l’elemento centrale che permette all’intera struttura di reggersi. Allo stesso modo, nel contesto culturale e letterario, rappresenta l’elemento portante di idee, sistemi di pensiero, progetti e movimenti; i concetti fondamentali che, come la pietra che chiude e sorregge l’arco, reggono e danno senso all’intero sistema». Riunirsi intorno al tavolo simbolico della Rete Pym è stato un invito ulteriore a riflettere sui punti di svolta e sugli elementi essenziali che modellano i flussi conoscitivi attuali e i paradigmi del contemporaneo.
«L’evoluzione di svariati momenti d’incontro con gli intellettuali ospitati in un lustro – aggiunge Marco Belli, direttore artistico di Elba Book – ha consentito di avvicinare la figura dello scrittore al pubblico, alla platea, riconoscendogli la funzione di raccontare credibilmente un panorama editoriale in costante evoluzione. Bacino in cui si sedimenta il pensiero che resiste alla corsa a pubblicare degli schermi mediatici. La Rete dei festival dei territori si allarga, dunque, con presidi attivi in cinque regioni che lavorano su spunti comuni (e sulle fragilità spesso taciute di una società sempre più controversa e avviluppata su se stessa) per alimentare una coscienza critica condivisibile e mai divisiva».
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